Saint Tropez deve il suo nome a Torpes, un ufficiale romano della corte di Nerone. Convertito da San Paolo, provocò la rabbia dell’imperatore che lo fece decapitare nell’anno 68. Il corpo viene depositato su una barca con un gallo e un cane a Pisa. Spinta dalle correnti liguri, questa naufraga sulle rive della città. I colori rosso e bianco della bandiera di Saint-Tropez sono quelle dell’antica Repubblica di Genova.
Fu nel 1470 che Jean de Cossa, barone di Grimaud, fece appello a un gentiluomo genovese Raphaël de Garezzio. Insieme, firmarono un accordo che permetteva a ventuno famiglie di Genova di stabilirsi nel villaggio distrutto e spopolato dopo molteplici invasioni. Ricostruirono le fortificazioni e si occuparono della sicurezza del Golfo. In cambio, erano esenti da tasse e dazi, un privilegio confermato da tutti i Re di Francia. Le prime Bravades, nel 1558, mantenute fino ad oggi, celebrano il 16,17 e 18 maggio il Santo Patrono (Torpes), e rendono omaggio al coraggio dei tropeziani di fronte ai loro nemici. Sono il riflesso dell’anima cosi’ particolaredel villaggio e dei suoi abitanti.
Il profondo attaccamento al mare è un’altra espressione del carattere tropeziano, In seguito al glorioso passato militare marittimo della Città che ha visto in particolare distinguersi Pierre-André de Suffren, viceammiraglio delle armate reali nel XVII secolo, Bailli dell’Ordine di Malta e la cui statua si erge orgogliosamente sul Porto come per proteggerlo ancora e per sempre. Un ricco passato marittimo, ma anche un passato “guerriero” di cui la Cittadelle è testimone, che fu al tempo stesso il baluardo contro le invasioni, ma anche, nel 1652, il luogo dove la fedeltà dei tropeziani si esprime con forza di fronte alla ribellione dei grandi del regno contro Luigi XIV.
“Ad Usque Fidelis”, fedele fino alla fine : questo è il motto dei Tropeziani. Un motto che fu anche quello del Generale Jean-François Allard (1785-1839), eroe delle campagne napoleoniche, tornò nella città dove era nato in compagnia della principessa Pan Deï, dopo sedici anni trascorsi in India. La loro casa della rue Gambetta, diventato un hotel, sarà il luogo del loro amore a cui la leggenda attribuisce un’aura romantica e tragica.
Nel XIX secolo, Saint-Tropez rimase rivolta verso il mare con la costruzione di navi mercantili. (di cui il tre-albero “La Regina degli Angeli”, lanciato dai cantieri navali Tropéziens nel 1860), e sarà ritmata dalla vita dei suoi pescatori.
È questo villaggio che scopriranno pittori, intellettuali e artisti, sulla scia di Paul Signac, leader del movimento puntinista. Da allora, e grazie ai suoi illustri visitatori provenienti dal mondo della letteratura, della musica e del cinema, il successo della città ha continuato a crescere. Saint-Tropez è e rimarrà uno dei villaggi più famosi del mondo.
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